Ospite di Focus Verona Economia il presidente di Federalberghi Garda Veneto Ivan De Beni, il quale rinnova un messaggio di collaborazione di tutti gli stakeholder per garantire la sostenibilità futura del Benaco e delle persone che vi abitano e lavorano.
Il Lago di Garda è un ecosistema straordinario, che coniuga bellezza paesaggistica, attrattività turistica e valore economico. Ma è anche un sistema fragile, che va governato con responsabilità. Ne abbiamo parlato con Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, ospite a Focus Verona Economia su Radio Adige TV.
Presidente, siamo entrati nel vivo della stagione turistica: qual è la situazione ad oggi sul lago?
Abbiamo appena superato il ponte del 2 giugno e l’occupazione media è stata altissima, con picchi dell’85%. In alcune località, come Bardolino, Lazise e Garda, si è registrato il tutto esaurito, grazie anche a eventi come il Palio del Chiaretto. Dopo una Pasqua con buoni numeri e un maggio un po’ instabile, giugno segna l’inizio della vera stagione. Le prenotazioni però arrivano sempre più sotto data, il mercato è diventato molto più lento e imprevedibile.
Il mercato tedesco, da sempre centrale, che risposte sta dando?
Sta rispondendo, ma con cautela e soprattutto all’ultimo momento. Le incertezze economiche e le preoccupazioni interne rallentano le decisioni. Ma resta un mercato fedele: per i tedeschi il Lago di Garda è il “mare della Baviera”, raggiungibile in poche ore d’auto. Il meteo gioca un ruolo fondamentale nelle loro scelte.
Parliamo del collettore fognario, un’opera fondamentale per la sostenibilità del lago. Qual è la posizione di Federalberghi Garda Veneto?
Lo sosteniamo da sempre. Non è solo una priorità ambientale, ma anche una questione vitale per chi vive e lavora sul lago. Personalmente, ne sento parlare fin da quando ero ragazzino. Con l’attuale presidente di AGS, Angelo Cresco, finalmente vediamo risultati concreti. Federalberghi ha anche proposto di destinare una quota dell’imposta di soggiorno al finanziamento dell’opera. È chiaro che servono l’impegno dei Comuni e il sostegno della politica, ma l’industria turistica è compatta su questa battaglia.
Negli anni avete lanciato iniziative per valorizzare e proteggere il lago. Ricordiamo l’hashtag “Io sono Lago di Garda”.
Sì, lo abbiamo lanciato due anni fa: è una sorta di dichiarazione d’amore e impegno. Abbiamo preso spunto da esperienze internazionali in cui fiumi e laghi sono stati riconosciuti come “persone giuridiche”, per tutelarli maggiormente. Il nostro intento è quello di preservare il territorio, anche contro fenomeni come la cementificazione. Il Lago è saturo, non servono nuove strutture, ma il rinnovamento di quelle esistenti.
Si è parlato anche di overtourism e delle conseguenze sul territorio. Che ne pensa?
Il rischio è reale, soprattutto in alcuni momenti dell’anno. Se si stressa il territorio e i cittadini che lo abitano, si crea un cortocircuito che genera rigetto verso il turismo stesso. È successo in altre destinazioni europee e dobbiamo evitare che accada anche qui. La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale.
Avete aderito a una causa legale contro Booking. Perché questa scelta?
Booking ha snaturato la sua funzione originaria di semplice intermediario, imponendo vincoli sulle tariffe che limitano la libertà commerciale degli albergatori. Le commissioni sono altissime e gravano sul prezzo finale per l’utente. Non vogliamo demonizzare Booking, ma riportare equilibrio nel mercato. Ci muoviamo in sintonia con Federalberghi nazionale e con altre realtà europee.
Nel frattempo nascono iniziative locali come Acquolina. Qual è il suo valore aggiunto?
È una web app promossa da Confcommercio Verona e Verona UP che aiuta albergatori e ristoratori a lavorare meglio insieme, migliorando l’esperienza turistica. Per i nostri receptionist, ad esempio, è uno strumento utile per prenotare tavoli in tempo reale e proporre offerte del territorio. È fondamentale che venga adottata dai ristoratori, perché solo così può funzionare.
Un grande problema per il turismo gardesano resta quello della casa per i lavoratori stagionali. Come affrontarlo?
È un tema drammatico. Gli affitti brevi sono esplosi e hanno svuotato l’offerta per i lavoratori. Mancano regole chiare, controlli e soprattutto soluzioni abitative. Così rischiamo che i paesi del lago si svuotino nei mesi invernali e che i giovani non riescano più a vivere dove sono nati. E senza residenti, anche il turismo ne risente. Serve una nuova visione urbanistica e un piano coraggioso delle istituzioni.
Un messaggio finale?
Il turismo è un ecosistema complesso e interconnesso. Solo lavorando insieme – cittadini, operatori, istituzioni – possiamo garantire un futuro sostenibile al nostro Lago di Garda.