Di Katia Ferraro
È uno dei paradossi del lago di Garda tripartito tra tre regioni, con i confini amministrativi che diventano spesso un fardello a livello burocratico e rischiano di accentuare i campanilismi. Finora, a parte qualche iniziativa sporadica avviata in passato, anche a livello di promozione turistica ogni sponda lacustre ha fatto per sé: quella bresciana con il marchio del consorzio «Lago di Garda Lombardia» e così è stato fatto per il «Garda Trentino» e il «Garda Veneto», quest’ultimo promosso dalla fondazione «Destination Verona & Garda», che riceve fondi annuali da tutti i comuni veronesi, con quote suddivise in base alle presenze turistiche. Da anni le tre realtà fanno parte del consorzio «Lago di Garda Unico» che oggi può avviare i motori avendo ricevuto il carburante: novecentomila euro spartiti in tre anni messi a disposizione dalle regioni attraverso il Fondo comuni confinanti (Fcc). Risorse che potrebbero aumentare a un milione e mezzo se il Comitato paritetico per la gestione dell’intesa del Fondo accoglierà la richiesta di un ulteriore stanziamento di seicentomila euro. Nei giorni scorsi a Desenzano si è tenuta la prima riunione operativa alla presenza degli assessori regionali al turismo, dei presidenti e dei direttori delle realtà di promozione, per decidere le azioni da mettere in campo. Due i target definiti durante l’incontro: Nord America e Scandinavia (Danimarca, Svezia e Norvegia) che già si stanno aprendo al Garda e sono appetibili per l’alta capacità di spesa dei turisti. Oltre al consolidamento dei mercati europei e alla ricerca di ulteriori opportunità oltreoceano, è stato spiegato che i fondi saranno impiegati anche per potenziare la struttura del Garda Unico, dotandolo di una piattaforma digitale unitaria. «Il mercato americano non è mai stato oggetto di attenzione ed è importante da valorizzare, ma abbiamo deciso di puntare anche su mercati europei significativi non solo per il Garda Unico ma anche per la costa veneta: pensiamo a quello scandinavo, che ci permette di allungare la stagionalità», ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, «è un mercato altospendente, che ama lo sport, il cicloturismo, può arrivare in aereo ma anche con automobile o camper, e questo lo rende interessante per la costa veneta dotata di molti campeggi». Amministratori comunali e operatori turistici plaudono alla promozione unitaria. «C’è soddisfazione per questo accordo, serve un marchio unico per il Garda come esiste ad esempio per la Riviera Romagnola», esemplifica la sindaca di Peschiera, Orietta Gaiulli, «sarebbe bello che parlando del Garda il turista pensasse a tutto ciò che il lago offre: non solo acqua, ma anche sport, territorio, paesaggi montani: nei circa 150 chilometri di perimetro lacustre abbiamo tutto». «Ben vengano queste iniziative: finalmente si riesce a prendere in mano la promozione del lago in modo coeso e unitario creando questa unicità di destinazione che serve per il turista», osserva Enrico Olivieri, assessore di Lazise con delega al turismo, vicepresidente della Fondazione Verona & Garda e operatore turistico. «Il Garda non unico lo percepiamo solo noi», prosegue, «ad esempio i turisti rimangono sorpresi quando spieghiamo che per andare a Sirmione in autobus devono scendere a Peschiera e cambiare compagnia di trasporto perché cambia regione. Ben venga quindi il Garda Unico e i servizi unitari che potranno nascere grazie a questo progetto». Concorda il sindaco di Brenzone, Paolo Formaggioni: «Il sindaco Trabucchi, mio predecessore negli anni Settanta, diceva che i pesci non hanno la targa e io faccio mia questa frase», osserva, mettendo però un altolà al sovraffollamento turistico di cui anche Brenzone sta subendo gli effetti soprattutto per l’aumento esponenziale delle locazioni turistiche. «Non possiamo fare promozione e non avere infrastrutture viarie adeguate, aggiunge, «anche la navigazione di linea va potenziata per offrire collegamenti tra i paesi in maniera rapida ed ecologia, punto su cui so che si sta lavorando».Formaggioni commenta anche la scelta dei Paesi su cui si è deciso di investire: «Sugli Usa sono d’accordo, gli americani vanno sul lago di Como spinti dalla pubblicità fatta da George Clooney. In Europa punterei anche su Polonia e sugli altri Paesi più a est, ma anche la Germania secondo me non è battuta come dovrebbe. Serve poi promuovere il Garda anche agli italiani». Soddisfatto ma cauto il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni: «La promozione unitaria è fondamentale, speriamo sia la volta buona perché se ne sente parlare da tanto. La necessità c’è, perché il turista non fa differenza e percepisce il lago come prodotto unitario». Manifesta qualche riserva sui primi mercati scelti: «Concordo sui Paesi scandinavi, in Europa del nord sta crescendo l’interesse per la nostra destinazione. Prima di destinare fondi al Nord America terrei invece ben saldo il timone sui nostri mercati tradizionali: c’è ancora tanta Germania da conquistare, oltre all’Europa dell’est».
L’Arena, 30 luglio 2025, p. 12 –> CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE L’ARTICOLO