Di Adele Oriana Orlando
Il silenzio che sta avvolgendo sempre più le serate nei paesi del lago di Garda è una conseguenza di tante situazioni che, sommate, portano i giovani a non avere più un luogo dove divertirsi.È sparito quello che un tempo veniva definito «popolo della notte» e che oggi guarda al Benàco non più come una possibile meta per il divertimento, ma a un luogo come un altro, che non ha più il fascino del passato.Tanti i commenti dei nostri lettori sull’obbligo per la discoteca Shibuia di evitare emissioni sonore dopo le 24. Sono lettori che condividono la percezione di un lago «ridotto a una meta triste e priva di vitalità, buona solo per un turismo anziano e monotono». Un sentore condiviso anche da chi si occupa di turismo, come il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni: «Siamo preoccupati per l’aspetto turistico, perché abbiamo visto che negli anni è diminuita l’offerta dell’intrattenimento serale. Non è positivo per chi viene in vacanza e il rischio potrebbe essere che la zona venga etichettata come destinazione priva di intrattenimento serale e che, di conseguenza, venga scelta solo dalla terza età. Non entro nelle questioni legali, le scelte del tribunale o le ordinanze del sindaco», continua. «Sosteniamo, però, che tra chiudere o limitare gli orari e lasciare piena libertà a queste attività, si debba trovare un compromesso». De Beni ha tre figlie che fanno parte della generazione di giovani che non ha le stesse possibilità di divertimento del passato. «L’aggregazione dei ragazzi è diversa da quella di 20 o 30 anni fa», prosegue De Beni. «Oggi si incontrano nei pochi luoghi rimasti, ma è un’aggregazione diversa dal divertimento ed è limitata. Si stanno adeguando a ciò che c’è, altrimenti stanno a casa». A confermare questo cambio radicale nelle serate dei giovani è anche Tommaso De Simone, diciottenne castelnovese. «In estate qualche sera lavoro, ma quando sono libero non c’è molto da fare», afferma. «O vado a fare una passeggiata con la mia ragazza o gli amici, oppure a casa di qualcuno che organizza grigliate o feste. Non c’è molta scelta». Non tutte le compagnie, però, hanno questo tipo di possibilità, perché una festa o una grigliata presuppone che qualcuno abbia una casa dove ospitare il gruppo. Qualche volta il vuoto di possibilità genera noia che può portare a situazioni di disturbo e pericolo, come sottolinea il consigliere di Costermano sul Garda, Alberto Bullio. Grido d’allarme«Sono padre di due figli e come tanti genitori», dice, «mi chiedo con preoccupazione dove potranno andare i nostri ragazzi se chiude ogni locale. Questa non è solo una domanda, ma un grido d’allarme che sento spesso da madri e padri che non vogliono lasciare i propri figli per strada, ma non sanno dove indirizzarli. Come genitore capisco quest’ansia. Nel frattempo i gestori di locali, discoteche o semplici bar, vivono sotto pressione», afferma. «Devono rispondere anche di ciò che accade fuori dai loro locali: nei parcheggi, per strada, dove spesso i ragazzi consumano alcolici prima di entrare. Eppure, ogni volta che un locale chiude, non risolviamo il problema, lo spostiamo altrove. Così facendo non facciamo ordine, semplicemente scarichiamo il problema su un altro comune. Nel nostro territorio la chiusura dei luoghi di ritrovo dei Comuni limitrofi ha già portato i giovani a riversarsi nei parchi pubblici. I risultati sono schiamazzi notturni, disturbo per i residenti e parchi giochi da ripulire ogni mattina. Non possiamo pensare che, togliendo i locali, i giovani spariscano. Si sposteranno in contesti meno sicuri e non controllati».
L’Arena, 19 luglio 2025, p. 30 –> CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE L’ARTICOLO