L’Arena – Estate senza guardia medica turistica «Così il lago di Garda perde attrattività»
Di Lorenza Costantino
Guardia medica turistica: un servizio di cui si avverte molto la mancanza, in una provincia come la nostra, ad alto indice di visitatori. Dal Covid in poi, questa figura sanitaria a tutela dei villeggianti non ha più fatto la sua ricomparsa, d’estate, nelle località veronesi di maggior richiamo. Ieri abbiamo descritto come la sua assenza provochi disagi e proteste in Lessinia: luogo «rifugio» tra l’altro di molti anziani pluri-patologici, che dalla città scappano in montagna per superare i mesi dell’afa, ma qui poi si trovano distanti dalle figure e strutture sanitarie di riferimento, e faticano a trovare alternative. Oggi andiamo, invece, sul lago di Garda, dove pure la guardia medica turistica non c’è. E cosa accade quando gli ospiti accusano un disturbo, o subiscono un infortunio non caratterizzabile come «emergenza» – con intervento dell’ambulanza – ma come «urgenza»?
Urgenze e presidi sanitari
La situazione in riva al Benaco è migliore che sull’altopiano lessinico, per una disponibilità e vicinanza di servizi sanitari, pubblici o privati, assai maggiore. A cominciare dall’ospedale di Peschiera. Quindi, come dice Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, «chi sta male non rischia di non essere visitato o medicato». Ma, precisa, «è anche vero che, su questo fronte, l’asticella va alzata. I turisti, in particolare tedeschi, inglesi e nord-europei, considerano sempre di più la capillarità e qualità delle strutture sanitarie un fattore determinante per scegliere la località in cui soggiornare. Questo “plus” dà loro sicurezza». Detto fatto, sulla sponda lombarda del lago. «Dal 15 luglio al 31 agosto è attivo il Servizio di assistenza sanitaria ai turisti», si avvisa sul sito dell’Azienda socio-sanitaria territoriale del Garda (provincia di Brescia): «Il servizio è rivolto alle persone non residenti ma temporaneamente presenti nelle località turistiche, è gratuito, e garantisce interventi di primo soccorso, visite e prescrizioni».
Scarsità di medici
Paradosso: sulla sponda veronese, dove la mole di turismo è due o tre volte superiore, l’utile servizio non c’è. L’Ulss 9 ogni anno emette i bandi d’ingaggio per reperire medici, ma vanno regolarmente deserti. «Una riprova della crisi della sanità. Inoltre i medici cercano opportunità più remunerative», analizza Luca Sebastiano, medico di base ed ex sindaco di Lazise, «e più durature. Quando a inizio carriera, oltre 30 anni fa, svolsi l’incarico di guardia medica turistica, il contratto mi veniva rinnovato ogni 15 giorni; oggi nessuno lo accetterebbe». «Perché i bandi vanno deserti? Non sono appetibili. E i medici, che al giorno d’oggi sono pochi davanti a un’ampia offerta, si orientano verso incarichi e ruoli più vantaggiosi», conferma Alberto Vaona, responsabile della continuità assistenziale per la Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale. «Ecco perché, nel frattempo, sul territorio stanno nascendo iniziative autogestite per tamponare l’assenza del servizio».
Iniziative autogestite
A Lazise, con il supporto del Comune (che ha reperito l’ambulatorio), uno studio medico privato garantisce assistenza ai visitatori, ovviamente a pagamento. Lo stesso servizio è offerto da diversi medici di famiglia del luogo, ricevendo – in libera professione – i turisti che ne abbiano bisogno. Intanto l’Ulss 9 ricorda, per le esigenze sanitarie che insorgano di notte o nel week-end, nella zona del lago insistono diversi presidi della continuità assistenziale (ex guardia medica), da Malcesine a Caprino. Inoltre, è stata incrementata la copertura dei mezzi di soccorso del 118 durante la stagione turistica. In realtà, l’assenza della guardia medica turistica sul lago si rivelerebbe, per vari professionisti della sanità, un’occasione di incrementare i guadagni e, come spifferano a microfoni spenti alcuni loro colleghi, il conto presentato ai villeggianti non sarebbe leggero, da 70 euro per una visita a 20 per una ricetta. Nemmeno la guardia medica turistica, quando era attiva, era gratuita, «ma con tariffe simboliche».
L’Arena, 18 luglio 2024, p. 23 –> CLICCA SULL’IMMAGINE PER APRIRE L’ARTICOLO