Di Emanuele Zanini
Ci sono anche diverse persone che operano nel settore turistico-ricettivo tra quelle rimaste intossicate dal virus che ha colpito Torri de Benàco nelle ultime ore. Tra queste Mattia Boschelli, direttore di Federalberghi Garda Veneto. Boschelli ha accusato i sintomi gastrointestinali che hanno colpito la maggior parte delle persone che si sono sentite male. Si è sentito poco bene durante la notte, a tal punto da dover ricorrere, come diverse altre persone, alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Peschiera, che ha lasciato nel pomeriggio di ieri senza la necessità di un ricovero. «Il personale della clinica Pederzoli è stato eccellente: in poco tempo è riuscito a gestire al meglio un improvviso e imprevisto aumento di accessi al pronto soccorso proprio a causa del virus», spiega. «Sono riuscito a rimanere in contatto diretto sia con il sindaco di Torri Nicotra che con l’Ulss 9 e il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni», aggiunge.A Torri, sebbene il comparto ricettivo non sia in allarme, non sono mancati altri casi simili, come all’albergo ristorante Gardesana in piazza Calderini, dove si sono registrati sintomi diffusi tra alcuni collaboratori della struttura ricettiva gestita da Mirko Lorenzini e tra alcuni ospiti dell’hotel. «Non abbiamo comunque riscontrato criticità particolari. Abbiamo chiesto ai clienti di non bere l’acqua direttamente dal rubinetto. Siamo comunque fiduciosi che in un paio di giorni il ciclo virale si concluda», afferma l’albergatore.Bar, alberghi e ristoranti hanno quindi dovuto bloccare il proprio utilizzo dell’acqua pubblica potabile per usi alimentari, usando in cucina in certi casi anche bottiglie di acqua sigillate al posto dell’ acqua del rubinetto.Alberto Bullio, gestore dell’hotel Del Porto, a due passi dal molo De Paoli, ha avuto alcuni dipendenti rimasti a casa per malesseri derivati dall’intossicazione. «Abbiamo subito affisso cartelli nelle diverse lingue dando alcune indicazioni di precauzione ai clienti: per esempio di lavarsi i denti con l’acqua in bottiglia», spiega Bullio. «Oltre alle accortezze necessarie da prendere in questi casi, abbiamo seguito le indicazioni dell’ordinanza del sindaco».«La nostra attività procede normalmente, ma è chiaro che abbiamo osservato tutte le regole del caso, come l’utilizzo del ghiaccio, non prodotto con l’acqua pubblica ma che abbiamo acquistato in apposite buste», aggiunge Nicola Thurner, che gestisce il ristorante Da Carlo sul lungolago a Torri.All’Osteria del 4 alcuni dipendenti l’altro giorno sono rimasti a casa per malessere, «anche se non si sa se è riconducibile al virus», precisano dal locale di Lungolago Vittorio Veneto. «Oggi (ieri, ndr) il nostro personale è al proprio posto di lavoro. Nel locale, che è aperto regolarmente, stiamo adottando tutte le misure necessarie, utilizzando l’amuchina, quando possibile.Su quanto accaduto interviene anche Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto, che getta ulteriore acqua sul fuoco. «Da quanto ci è stato riferito il virus ha effetto per una sessantina di ore. Chi è stato colpito sta già manifestando evidenti segnali di ripresa. Credo che abbiamo superato il culmine e si vada verso un ritorno alla normalità. L’importante è che non si creino inutili allarmismi», sottolinea. «Torri è una località turistica importante e come destinazione non ha alcun problema. Le nostre strutture ricettive sono ampiamente attrezzate per affrontare una situazione del genere».
L’Arena, 29 giugno 2024, pp. 18-19 – CLICCA SULL’IMMAGINE PER APRIRE L’ARTICOLO